Tensione tra i sindacati e Draghi su Quota 102. Le sigle si sono dette pronte a scendere in piazza per uno sciopero.
ROMA – E’ tensione tra i sindacati e il premier Draghi su Quota 102. Il presidente del Consiglio, come confermato anche al tavolo del confronto, ha intenzione di tirare dritto per la sua strada e non fare nessun passo indietro su questo tema.
Una scelta che rischia di creare uno strappo definitivo con le parti sociali. Per questo motivo nei prossimi giorni non si esclude un nuovo incontro per provare ad arrivare ad un compromesso. Ma le parti, al momento, sono molto distanti.
I sindacati: “Pronti a scendere in piazza”
A confermare una possibile agitazione sono stati gli stessi sindacati con Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil. “Siamo pronti a scendere in piazza se necessario – ha detto il sindacalista riportato dall’Ansa – nei prossimi giorni ci vedremo con le altre sigle e capiremo quali strumenti si possono mettere in campo insieme sapendo che, siccome la discussione in Parlamento durerà per un mese, dobbiamo fare pressioni e convincere Camera e Senato a cambiare la decisione presa“.
La replica di Draghi
Immediata la replica di Draghi. “Non mi aspetto uno sciopero generale – ha detto il presidente del Consiglio durante la conferenza stampa dopo il Cdm – come governo abbiamo dato la disponibilità al confronto […]. Il nostro obiettivo è quello di ritornare al contributivo e ci sono molte cose da fare […]“.
“Noi – ha aggiunto l’inquilino di Palazzo Chigi – siamo pronti a correggere alcune parti attraverso il dialogo le parti sociali, ma entro un anno bisogna starci. E per questo motivo abbiamo deciso di dare vita a Quota 102, una misura che avvicina all’obiettivo che ci siamo prefissati“. La strada, come detto, è ancora molto lunga e ci aspettiamo in futuro altri confronti tra le parti.